I fatidici 1000 euro al mese, traguardo simbolico della maggior parte degli italiani. E’ inutile negarlo, nell’immaginario collettivo, 1000 euro al mese sono un traguardo importante, equivalgono ad un lavoro dignitoso e ad una qualità della vita sufficiente. Gli anni passano e la famosa “se potessi avere 1000 lire al mese” si è trasformata in euro.
Recentemente, Matteo Salvini, nel piano della Lega Nord, ha presentato una proposta per le pensioni: 1000 euro al mese di pensione indipendentemente dal reddito percepito durante l’attività lavorativa. Infatti, il calcolo della pensione da percepire, dovrebbe essere effettuato sui contributi effettivamente versati.
Un lavoratore dipendente che nel corso dell’attività lavorativa ha versato 7500 euro all’anno per 40 anni ha totalizzato 300 mila euro di versamenti, 15.000 euro l’anno per un controvalore pulito di 1000 euro al mese. Per i lavoratori autonomi il discorso cambia: se un lavoratore autonomo ha versato 3500 euro l’anno per 40 anni dovrebbe percepire una pensione di 600 euro al mese.
Il progetto viene spiegato dall’economista Siri al Tempo: “Il principio è lo stesso della Flat Tax. Tutti percepiranno la stessa pensione, indipendentemente dal reddito. Resta però fermo il principio di progressività, il differenziale della ricchezza sarà salvaguardato durante l’attività lavorativa”. La riforma si potrà applicare ai neolavoratori e a chi ha una decina di anni di contribuzione.
1000 euro al mese! Però, per chi lavora in proprio, piccoli imprenditori, commercianti, liberi professionisti, è davvero dura raggiungere la soglia per ottenere una pensione decente, comporta dei sacrifici enormi, complice l’altissima pressione fiscale.